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Chi si loda, si sbroda! Capitale Europea della Cultura 2019: Urbino fuori.

In Costume&Società - Customs&Society on novembre 19, 2013 at 3:41 PM

Essere una Capitale della Cultura? bellissimo, fantastico. Un prestigio. Chi si Loda si sbroda però. E’ successo ad Urbino, la bellissima ed amata città universitaria del sottoscritto. Un gioiello rinascimentale Italiano, e mondiale. Bla Bla Bla. Dopotutto ogni volta che si parla di Urbino il testo presenta sempre le stesse sembianze. Un 90% di narcisistico lodarsi delle fantastiche gesta e prodotti del Ducato, e un 10% di idee che io definirei ‘scontate nell’ambito della continuità storica’. Prima si introduce Raffaelllo, poi la città  ideale, e magari, di sfuggita, anche le migliaia di studenti che popolano l’università. A volte si cita Pesaro per essere politically correct, e se tutto va bene altre (poche) città delle marche. Dopo che Urbino é stata (inaspettatamente addirittura) letteralmente scartata dalla lista di finalisti per la Città  della Cultura 2019, uno dei principali sponsor della città  marchigiana ha commentato (Jack Lang) ‘“La decisione della giuria di selezione mi appare ingiusta e incomprensibile. Non conosco le ragioni esterne che posso avere avuto influenza su questa decisione…” (vedi http://www.urbino2019.eu/News.aspx?idn=61). Caduto dalle nuvole? forse no. 

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Io non sono un esperto di candidature al progetto ‘Capitale della Cultura’ e non lavoro come consulente delle amministrazioni sul tema. Ho sempre pensato che una capitale della cultura è un posto ‘hip’. Un posto che simboleggia in qualche modo la ‘cultura europea’, che prova a definire i contorni di una ‘comunità’. Una città  al centro di un territorio. E che di conseguenza attrae visitatori da tutta Europa, che il qualche modo si riconoscano in quella città . Quando penso ad una città  della cultura penso ad un intenso programma di eventi, soprattutto culturali, e ad una spinta progettuale verso una città  ‘diversa’ da quella che si poteva vedere soltanto l’anno prima. Quando sono passato a Marsiglia questa estate ho visitato il museo della civiltà mediterranea. Una cagata pazzesca a mio parere, completamente fallimentare sul piano concettuale (forse no su quello architettonico). L’idea però era interessantissima: cercare di riflettere tramite vari cimeli e testimonianze sull’esistenza (o no) di un’identità mediterranea che accomuni diverse religioni, modelli economici, sociali e territoriali. Bell’idea. 

Sfatiamo un primo mito subito: la parola ‘dossier’ rimanda ad una valutazione di qualcosa che é accaduto o sta accadendo. Nel formulare una candidatura che risponda in senso letterale alla parola ‘dossier’ (comunque obbligatoria dal bando) le città  fanno un primo errore. Puntano su quello che potremmo chiamare l’onorabilità di esse stesse. Fanno leva sul loro passato, anche quello remoto (come post-medievale) per argomentare una candidatura. Una strategia che purtroppo viene sempre usata (anche nel richiedere mutui o finanziamenti bancari per esempio) ma che raramente ha successo di fronte ad una commissione di ‘esperti’.

Per vincere una candidatura (di qualsiasi tipo a mio parere) serve essere innovativi su tre diversi elementi di quello che possiamo chiamare ‘progetto’ di candidatura: Un’idea, un concetto, e un territorio. Ma che siano nuovi. La candidatura della città di urbino, per come l’ho vissuta io, mi sembra non avesse nulla di questo (almeno dal suo sito, dato che, assurdo ma vero, non é stato pubblicato niente online, ne una sintesi ne una traduzione del dossier, come invece Ravenna ha per esempio fatto: http://www.ravenna2019.eu/dossier/#dossier. 

L’Idea: è praticamente uno slogan di contenuti. Una proposta che rappresenti la connessione con passato ma sottolineai anche l’aspetto intenzionale. Un esempio banalissimo a caso: un’economia verde, città  sana, ritorno al futuro, la città  circolare, di fronte al passato. etc. etc….questi sono solo esempi di slogan a caso, ma quello che importa é che vengano poi riempiti di ‘intenzioni’. 

Il Concetto: rappresenta di solito due o tre elementi o dimensioni di progettazione ed il rapporto tra di essi. Per esempio cultura, imprenditorialità e tolleranza sono i tre elementi della ‘città  creativa’. Oppure economia, giovani e verde, potrebbero essere tre elementi di un concetto che sostenga l’idea di città  sostenibile. 

Il territorio: costituisce l’elemento specifico della candidatura, e sostanzialmente ingloba le motivazioni specifiche per le quali la città  candidata sia la più adatta a perseguire le idee e i concetti precedentemente espressi. Urbino aveva tutte le carte in regola per essere una città  della cultura. Tuttavia era assolutamente non chiaro quali fossero le potenzialità di Raffaello, città  ideale, ducato etc. etc. nei confronti di un concetto (ipotetico) o progetto futuro. Questi sono assets, ma assets di cosa? 

Una cosa deve essere però chiarissima: nel caso della candidatura a Città  della Cultura é fondamentale che Concetto, Idea e Territorio siano ‘in qualche modo’ rappresentativi della eterogeneità culturale europea. Che ci sia insomma un punto in comune. Marsiglia ha comunque espresso la sua centralità entro il bacino mediterraneo, anche come proposta di un futuro modello di sviluppo economico. Urbino un ‘nuovo rinascimento’. Certo, benissimo. Ma rinascimento di cosa, per chi? dove? e come?

Ringrazio Mauro, Mattia e Giorgio per avermi avvicinato a questa storia.

a presto

federico

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