Since 2010

Servizio Pubblico: opinioni di un clown

In Politica&Società - Politics&Society on gennaio 15, 2013 at 8:03 PM

La vittoria è un dato di fatto, come la perdita, ma ci sono moltissimi modi di vincere e di perdere. Si può correre ed essere in testa fin dall’inizio e stravincere senza troppa sorpresa o affanno; oppure si può partire in svantaggio e rimontare fino alla vittoria finale. Si può vincere anche per un soffio, come perdere.
Ma tagliare il traguardo per primi equivale sempre e comunque ad essere i più bravi o i più forti?

Servizio Pubblico

                        “Quando in tv c’è Berlusconi, nessuno si vuole perdere il circo”

E’ vero per metà: posso affermare, senza tema di smentita, che non mi sognerei mai, sinceramente, di rimanere incollata per due ore e mezzo davanti ad un Vespa qualunque, nelle vesti di ‘servo della gleba’ da seconda serata, che scodinzola all’editore perché c’è ancora l’ennesimo ed inutile libro da sponsorizzare: nemmeno per idea; o peggio ancora, davanti ad una inqualificabile D’Urso, dalla testa che annuisce per contratto, che di fronte a sé ha chi gli paga le tre case di proprietà e il personal trainer privato (e fosse solo questo!). Preferisco fissare i fili d’erba crescere nei prati o i muri bianchi di casa, piuttosto che abbassarmi a simil nefandezze. Ma c’è da ammettere che, Berlusconi da Santoro, sulla carta, era un gran bel boccone prelibato. Per lo meno per chi, come me, è attratto dal giornalismo televisivo svolto con una certa professionalità.

d'urso
Ma B. è la televisione. Lui ci ha ‘regalato’ quiz d’accompagnamento serale, donne in costume anche in inverno, reality, telefilm americani, format di dubbia moralità come ‘Uomini e Donne’ e via discorrendo. Lui conosce le regole del gioco. Lui è quello che le regole le ha scritte e propinate agli altri nel corso di questi lunghi anni di decadenza culturale. Quando B. si siede in uno studio televisivo è come se si fosse appena accomodato sul divano della sua villa di Arcore: sicuro, sereno e privo di agitazione. A casa, insomma; ed è proprio così che è apparso ai nove milioni di telespettatori che l’altra sera, davanti a Servizio Pubblico, hanno assistito all’incontro dell’anno.
La puntata si è sviluppata come tutti sappiamo e i commenti durante, ma soprattutto dopo il talk show, sono stati per me una vera sorpresa.
Sono ben consapevole che l’Italia è, da sempre, un paese di destra; arrivati all’anno 2013 di nostra vita, me ne sono pur fatta una ragione. Non posso dire la stessa cosa però del ‘berlusconismo’, fenomeno ancor oggi decisamente oscuro alla mia comprensione, con picchi di mistero pari a quelli dell’Area 51 negli Stati Uniti. Perché esiste? Da dove si è generato ma soprattutto, dopo tutto quello che è stato, dopo tutte le nefandezze degne del più incivile dei paesi, come può ancora sopravvivere o avere semplicemente un seguito? Come può la gente continuare ad essere “intortata” da quest’uomo ed i suoi inutili atteggiamenti da bar?
Eppure leggo, da penne che non ti aspetti “Ha vinto lui!”. Non sapevo che era una partita. O meglio, non sapevo che c’era da eleggere un vincitore finale. Mi sarei preparata a dovere.
Eppure ascolto, da bocche che non ti aspetti “Occasione persa”. Nonostante non mi azzarderei ad urlarlo con questa nuova sicurezza che parrebbe percorrere l’Italia da nord a sud, per certi versi questa è l’unica affermazione che non mi sento di contestare. La serietà e la preparazione erano le armi taglienti dei giornalisti in studio; la farsa e lo sbeffeggio, quelle del clown. Non bisognerebbe mai – nemmeno per pochi attimi – confondere i ruoli.
Eppure noto che sono tutti d’accordo con il concetto “Santoro e Travaglio hanno rimesso in corsa Berlusconi”. Ma stiamo forse scherzando? Dopo quei simpatici ‘siparietti’ da vecchio bacucco, che non farebbero ridere nemmeno il più superficiale degli uomini; dopo tutte le bugie, i discorsi banali senza entrare nel merito delle argomentazioni, le trappole da “manuale di comunicazione spicciola” con tanto di risatine, ammiccamenti in camera e gesti studiati a tavolino, dovremmo pure sentirci dire che è stato rimesso in corsa da Travaglio, solo perché non lo ha incalzato quando doveva? Al di là di cosa si poteva fare e non si è fatto, credo che la verità sia solo una: se basta così poco a far tornare in alto il Cavaliere significa che il Cavaliere non ha mai perso quota. Con o senza la trasmissione di Santoro.

Berlusconi Santoro
Giornalisticamente parlando si poteva osare di più, visto il livello a cui ci si è abbassati. Si può sempre essere migliori, su questo non ci sono dubbi, ma basta, vi prego basta con la storia del vinto e del vincitore. Se fossimo un paese normale, un paese abituato al confronto politico sano, un paese dove il dibattito fosse all’ordine del giorno, soprattutto in campagna elettorale, nessuno avrebbe vinto questa fantomatica medaglia d’oro immaginaria. Anzi, nessuno sarebbe nemmeno salito su nessun fantomatico podio immaginario, semplicemente perché non sarebbe stata una gara.  Sarebbe stata solo una trasmissione televisiva condotta da un giornalista – forse il migliore che abbiamo – che intervista un politico – forse il peggiore che ci ritroviamo – (quest’ultimi sono solo pareri) e nient’altro . I commenti a caldo avrebbero interessato i contenuti, le proposte (nello specifico, inesistenti), le soluzioni (totalmente assenti) ai problemi (sempre più presenti e vari), accantonando i giudizi sugli atteggiamenti dell’una o dell’altra parte.
Né vinti né vincitori: le opinioni è giusto crearsele e tenersele strette, ma le sentenze senza ragione, aimè, generano mostri.
E infatti…

Marta

Lascia un commento